“Vita,morte e miracoli”di Remo Rapino e il gruppo di lettura #illibropiubellodelcampiello

“Vita, morte e miracoli” di Remo Rapino edito da Minimumfax è l’ultimo libro che ho letto per l’iniziativa #illibropiùbellodelcampiello

Questa avventura mi ha permesso di leggere libri che probabilmente non avrei mai letto da sola e di confrontarmi con una “squadra” speciale. Insieme abbiamo fatto un percorso complesso che mi ha molto arricchita e ora che sta per essere decretato il vincitore sono curiosa di sapere se le nostre previsioni saranno azzeccate o se avremo delle sorprese.

Ho chiesto a Silvia che è stata la mia partner nel creare questo gruppo di lettura e ad alcuni partecipanti di scrivere un pensiero su questa esperienza e di seguito vi lascio i loro splendidi commenti:

Silvia @50paginealgiorno

L’avventura con il gruppo #illibropiubellodelcampiello  per me è stata un’esperienza unica che mi ha permesso di entrare in contatto con libri che difficilmente avrei letto autonomamente. Ogni libro mi ha regalato emozioni forti, alcuni sono arrivati anche a sconvolgermi. In particolare non dimenticherò facilmente il vecchio pescatore che incarna tutti i mali dell’anima umana protagonista di “Sommersione” e il malinconico Bonfiglio Liborio che ci racconta la sua vita costellata da punti neri.

Manuela @libraiala

L’esperienza del gruppo Campiello è stata uscire dalla mia comfort zone. Abbiamo letto libri particolari a volte molto intensi e destabilizzanti ma che ci hanno permesso di crescere come lettori e confrontarci con letture diverse che forse senza il gruppo non avremmo mai intrapreso.

Miriam @lego_et_cogito

Il gruppo di lettura #illibropiubellodelcampiello  è stata un’esperienza piena e gratificante che mi ha permesso di confrontarmi con delle lettrici molto in gamba e sensibili.

Daniela @tafudany

È stato un piacere partecipare alla lettura condivisa dei libri finalisti del Premio Campiello. Vi ho trovato delle vecchie conoscenze, come Francesco Guccini e Remo Rapino, autori già affermati ma con un vestito tutto nuovo, come Patrizia Cavalli, e anche due giovani promettenti scrittori come Ade Zeno e Sandro Frizziero. Al di là dei gusti personali sui singoli libri, rimane la gioia di aver condiviso il piacere della lettura con un gruppo particolarmente attento e motivato. Il ringraziamento più grande va a Giorgia e Silvia, instancabili promotrici di sempre avvincenti iniziative.

Sara @ finestra_a_sud

#illibropiubellodelcampiello è stato il primo gruppo di lettura a cui ho partecipato. È stato un viaggio bellissimo, ricco di idee, opinioni, sensazioni spesso contrastanti ma proprio per questo autentiche. Spero già in un secondo gruppo di lettura sul prossimo Campiello sempre più partecipato. Un grande grazie a tutti.

Per quanto mi riguarda la mia personale cinquina del Premio Campiello 2020 è la seguente:

1) “Vita, morte e miracoli” di Remo Rapino edito da Minimun Fax

2) “Sommersione” di Sandro Frizziero edito da Fazi

3) “Tralummescuro” di Francesco Guccini edito da Giunti

4) “Con passi giapponesi” di Patrizia Cavalli edito da Einaudi

5) “L’incanto del pesce luna” di Ade Zeno edito da Bollati e Boringhieri.

Il mio vincitore è Remo Rapino che è riuscito a farmi sorridere e commuovere raccontando la storia di Bonfiglio Liborio. Quest’ultimo, pazzo, povero e strambo, all’età di ottant’anni decide di scrivere quello che gli è capitato nella vita. Bonfiglio è un personaggio che mi ha emozionato e mi è arrivato dritto al cuore.

Libbo viene al mondo nel 1926 ed esce di scena nel 2010 e nel corso di questi anni racconta tutto di sé e del Novecento. Lui è un “coccio matte”, senza arte né parte che tutti prendono in giro e che si mette a nudo davanti al lettore parlando delle sue debolezze, delle sue paure, dei buchi neri e delle difficoltà che incontra durante la sua esistenza.

Il suo sguardo su quello che lo circonda è acuto, ma al contempo di una sincerità disarmante, la sua bontà d’animo è atipica in un mondo dove si cerca di primeggiare. Fin da bambino lui è diverso, si pone mille domande, è curioso e bravo a scuola. Legge “Cuore” e si chiede di continuo quale fosse il colore degli occhi del papà che è partito senza più tornare dopo la sua nascita.

“A me mia madre mi diceva che avevo gli occhi uguali a suoi. Questo solo so. E fin da quando ero guaglione piccolo, piccolo, e poi pure da più grosso, ogni volta che passavo davanti a uno specchio o a una vetrina, sempre mi guardavo, ma solo gli occhi mi guardavo, per cercare di capire come era fatto mio padre, almeno la sguardatura, il colore almeno degli occhi suoi.”

Liborio è sfortunato, perde la mamma, il nonno e resta solo ad affrontare un mondo in cui non è compreso. Viene deriso, umiliato ed emarginato dagli altri, ma ci tiene a precisare che lui non ha mai fatto del male a nessuno e che ha sofferto per il trattamento che ha ricevuto.

“I ragazzetti del quartiere mi correvano intorno, e certi più delinquenti mi tiravano di tutto, e qualcuno mi sputava pure perché dicevano che portavo sfortuna, e pure i grandi lo dicevano, e pure che ero matto e pericoloso e le mamme l’ho sentito con le mie orecchie gridare ai figli che se non facevano i bravi chiamavano Liborio il matto per fargli prendere uno spagheggio, e a me mi dispiaceva questa cosa perché io ai bambini gli avevo sempre voluto bene.”

Con il suo linguaggio strano e a volte poco comprensibile ricorda la sua gioventù, il suo apprendistato da barbiere, la guerra e la resistenza e tanti momenti importanti della storia d’Italia. Liborio è un personaggio che fa ridere e piangere con le sue perdite e le sue rivincite, apparentemente è l’antieroe per antonomasia, ma in realtà è un uomo semplice e folle capace di insegnarci e ricordarci l’im

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Questo articolo ha un commento

  1. MICHELA

    lettura molto interessante !!

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