
Ciao Anita e benvenuta a “Un caffè con l’autore”. Tu come lo prendi il caffè? Normale o macchiato?
Per me macchiato, grazie!
“La trasparenza del camaleonte” edito da Dea Planeta è un romanzo che tratta un tema complesso come quello della Sindrome di Asperger, come è nata l’idea di affrontare questo argomento?
A ripensarci oggi ti direi che è stato casuale ma inevitabile. Casuale perché due anni fa mi trovavo in un’aula universitaria a seguire una lezione di psicologia, si parlava di autismo e qualcuno ha chiesto della sindrome di Asperger. Inevitabile perché quando l’insegnante ci ha descritto i tratti caratteristici è stata come un’epifania: quanta gente conosco che rientrerebbe nello spettro! Sono rincasata e ho iniziato ad approfondire la tematica femminile della sindrome che è sommersa nella maggior parte dei casi, infatti le donne asperger sono definite “le invisibili”. Il romanzo è nato con gran naturalezza, ho sempre avuto un grande interesse per la mente umana e ho iniziato a immaginare questa protagonista un po’ atipica.
Carminia, la protagonista, ha la trasparenza del camaleonte, come ti è venuto in mente questo parallelismo tra lei e questo animale?
Anche qui ho inventato molto poco. L’attitudine delle donne asperger a nascondersi e mimetizzarsi è definito camaleontismo sociale. Si cerca di imitare i comportamenti di chi ci sembra avere successo per muoverci negli ambienti sociali, la scuola, il lavoro. Poi un giorno ho incrociato una frase che mi è piaciuta molto, dice che il camaleonte, per conoscere il suo vero colore deve posarsi sul vuoto. Non riuscivo a pensare a un titolo migliore per rappresentare Carminia senza definirla o giudicarla, e so che il titolo è stato molto apprezzato anche dalla casa editrice che, fatto non sempre scontato, ha deciso di mantenerlo.
Io sono entrata molto in empatia con Carminia, ci spieghi come sei riuscita a creare un personaggio tanto fragile e forte allo stesso tempo?
Molti mi confidano di sentirsi un po’ Carminia, tanto che è stato persino coniato l’hashtag #iosonocarminia!
Carminia è un personaggio talvolta eccessivo. Ero soprattutto interessata all’analisi sociale e antropologica, volevo mostrare come le persone che la circondano la giudichino ignorando quanta fragilità si nasconda sotto tanta apparente freddezza. Se la sua difficoltà è invisibile non significa che non esista.
Viviamo un’epoca che non accetta chi resta indietro, questo rende frustrante il fallimento che dovrebbe essere invece l’occasione per imparare. Carminia non sente di sbagliare ma di essere sbagliata e, questo, capita a tutti prima o poi. Per stare meglio, deve imparare ad accettarsi così com’è, anche se non piacerà agli altri. Non è stato difficile immaginare un personaggio che siamo stati tutti una volta nella vita.
Carminia soffre per tutto ciò che non le riesce e trova sollievo quando le viene diagnosticata la malattia. Credi che una maggiore conoscenza di questa sindrome aiuterebbe a vivere meglio chi ne soffre?
Credo sia molto soggettivo. È una condizione, non si guarisce. Conosco persone che hanno trovato sollievo grazie alla diagnosi e chi invece è certo di essere Asperger ma non vuole essere diagnosticato, di sicuro averne conferma aiuta a trovare molte risposte e a comprendersi meglio. Anche ad amarsi di più e a pretendere di essere compresi dalle persone che ci circondano. Per questo parlarne è fondamentale, è necessario che le persone capiscano, soprattutto chi non è mai entrato in contatto con la sindrome di Asperger. E poi per sfatare gli stereotipi che ruotano attorno agli Asperger: non sono soltanto geni della matematica che ripetono frasi a memoria, rifiutano il contatto visivo e non sanno vivere in società. Dentro ogni persona c’è un mondo che vale la pena esplorare. Che sia neurotipico o neurodiverso non fa differenza.
Un altro aspetto che mi è piaciuto molto è la delicatezza con cui parli della protagonista, come se volessi con le tue parole proteggerla da un mondo che non la capisce. È solo una mia impressione?
Io voglio davvero bene a Carminia, credo si noti da come ne parlo, da quanto mi appassiona.
Quando l’ho immaginata non aveva ancora contorni così definiti ma più scrivevo più la sua personalità emergeva ed era già così, profonda e a tutto tondo.
Forse perché scrivere di qualcosa che ci tocca personalmente e che si conosce a fondo facilita il compito. Mi è piaciuto molto scrivere “La Trasparenza del Camaleonte” sebbene in alcuni momenti la narrazione sia stata pure dolorosa. Da quando è stato pubblicato fatico ancora di più a sentirlo leggere a voce alta.
Questo è il tuo primo romanzo, credi che ne scriverai altri?
Questo è il primo che pubblico ma scrivo da tanti anni, c’è molto studio dietro. Mentre aspettavo di editarlo e poi la pubblicazione ne ho scritto un altro, sì, e ho già tanti progetti in mente. Anche un’avventura per ragazzi e una biografia romanzata. E tanti altri sono nel cassetto. Si spazia da i manicomi della sicilia di metà novecento a un distopico ambientato alle Eolie nel 2050. Sulla rivista letteraria Risme n.5 del mese di Marzo. è appena uscito l’incipit di un mio romanzo inedito dal titolo “L’isola di Ossidiana”.
Ho letto e recensito il tuo libro, ora ti chiedo se hai un libro da consigliarmi per una futura recensione?
Senza dubbio il mio libro del cuore è “Trilogia della città di K.” di Agota Kristof. Ma anche Annie Ernaux e Amelie Nothomb.
In questo periodo, in particolare, amo molto le scrittrici italiane contemporanee. Non perdo un romanzo di Simona Lo Iacono, per esempio, e Carmen Pellegrino ma apprezzo molto anche Violetta Bellocchio.
Ormai il nostro caffè sarà diventato freddo, ma cosa importa. Grazie Anita per il tempo che mi hai dedicato e grazie a Carminia per avermi regalato tante emozioni.
Grazie a te per questa bella chiacchierata!

Anita Pulvirenti vive a Catania. Finalista e menzione speciale al concorso per inediti ” Fai viaggiare la tua storia” creato da Libromania e Autogrill.” La trasparenza del camaleonte” è il suo primo romanzo.
Un’intervista ben sviluppata e curata che permette di addentrarsi nella mente dell’autrice ? ho apprezzato il libro e questa intervista. Complimenti ?
Grazie Michela per me è interessante conoscere anche il punto di vista dell’autore per comprendere meglio un libro. Mi sembra che Carminia ci abbia proprio conquistate.
Grazie Michela. Anita Pulvirenti è brava e molto preparata,
Ma che bella intervista, complimenti a entrambe ?
Grazie Marianna, tu sei un’esperta e il tuo giudizio positivo mi fa molto piacere.
Che bella questa intervista, per chi come me ha appena terminato la lettura del libro è un qualcosa in più che me lo rende ancora più caro. Anch’io mi sono identificata in certe situazioni vissute da Carminia ed ho apprezzato molto la delicatezza con cui è stato gestito un argomento non facile senza mai cadere nel banale.
Emanuela mi fa molto piacere che ti sia piaciuta l’intervista. Anche io ho apprezzato molto la delicatezza con cui Anita ha trattato l’argomento.
Ho finito di leggerlo proprio oggi pomeriggio, che dire? Mi ha lasciato senza parole! Sono talmente entrata nel personaggio che quasi sentivo il disagio, le sensazioni di sofferenza della protagonista( Carminia). Meraviglia descrizione della sindrome di Asperger, i molteplici dubbi, le paure e ansie di questa ragazza, li sentivo sulla pelle. Grazie ad Anita Pulvirenti che mi ha così coinvolta!