Un romanzo toccante, struggente sui legami parentali e non, una storia dolorosa e illuminante sulla vita e sull’amore.

“Tre gocce d’acqua” di Valentina d’Urbano edito da Mondadori è la lettura con la quale concludo il 2021. Non potevo scegliere un romanzo più adatto perché l’ho trovato potente, doloroso e intenso come l’anno appena trascorso.
La storia si sviluppa intorno a personaggi indimenticabili: Celeste, Pietro e Nadir, tre ragazzi che vediamo evolversi e maturare nel corso delle pagine.
A loro ci affezioniamo e giunti al termine del racconto ci sentiamo parte della loro famiglia allargata. Le fragilità, le scelte e le vite vengono descritte con una tale profondità che non si può fare a meno di essere travolti dai loro destini e dalle forti emozioni che ci trasmettono.
Simili come tre gocce d’acqua, ma con caratteri diversi, questi giovani sono intrecciati fra loro da un legame speciale. Celeste e Nadir pur non essendo parenti sono uniti indissolubilmente da Pietro fratello di Celeste da parte di padre e di Nadir da parte di madre.
Pietro è una figura chiave e punto di riferimento per chi lo circonda. Carismatico, intelligente, attrae gli altri come una calamita. Celeste e Nadir vorrebbero avere il suo affetto in esclusiva e non passa giorno che tra i due non vi siano dei litigi e delle incomprensioni proprio per contendersi il suo amore. Quando Pietro decide di partire per la Siria a causa di uno dei suoi viaggi di lavoro, Celeste e Nadir si sentono persi e soli più che mai.
La paura della solitudine attanaglia Celeste. All’età di otto anni la bambina scopre di soffrire di una rara malattia alle ossa. Un piccolo urto, una caduta e queste si rompono come vetro. Celeste, o riccio di mare come viene chiamata amorevolmente da Pietro, è alla costante ricerca di un equilibrio e di una normalità che le è preclusa sia dalla sua cagionevole salute, sia dalla ossessione per il fratello maggiore. A questo si aggiunge la comparsa di Nadir il quale entra nella sua esistenza come un uragano e non l’abbandona più.
Nadir è brutto, ruvido e indomabile. L’incontro con Celeste è burrascoso e ogni occasione è buona per ferirla. Nadir però c’è sempre per Celeste e con lei instaura un rapporto morboso fatto di abbondoni e di dipendenza. I due non hanno neppure una goccia di sangue in comune, ma sono collegati da un filo sottile impossibile da recidere.
“Siete sempre stati ossessivi, tutti e tre. Tu, Pietro e questo maledetto rapporto inestricabile che vi legava. Sempre a ruotare uno intorno all’altro, a proteggervi a vicenda. Vi siete amati in un modo che … tu non sai quanto è stato difficile accettarlo. Accettare di essere non la seconda, addirittura la terza scelta. Prima veniva Pietro, poi tu, e solo dopo di voi venivo io.”
Le dure parole di Diana, amica di Celeste ed ex moglie di Nadir riassumono perfettamente la relazione descritta con maestria da Valentina D’Urbano, capace ancora una volta di indagare l’animo umano e regalarci un libro di grande impatto emotivo.
La sua scrittura è penetrante, diretta e senza sconti per il lettore. Quest’ultimo a volte ha bisogno di una pausa per capire fino a che punto si possa resistere alle ossessioni narrate.
La causa di tanta sofferenza non è solo la malattia di Celeste, ma anche il gioco morboso a tre nel quale non ci sono vincitori o vinti, ma una presa di coscienza di quanto l’amore, se non ben indirizzato, possa destabilizzare e portare a delle conseguenze pericolose.
Un libro come “Tre gocce d’acqua” scuote restandoti dentro. Non è facile rialzarsi e lasciare andare i tre ragazzi con i quali si hanno condiviso segreti, dolori e speranze. Si vorrebbe non abbandonarli e sentirli ancora accanto perché con le loro imperfezioni e la loro resilienza ti spaventano, ma ti attraggono e ti coinvolgono, ti stravolgono e restano nella mente e nel cuore come se fossero parte di te.
Pietro con i suoi ideali e la sua lotta per la libertà è un monito a guardare oltre, a cercare di non affogare in un mare d’indifferenza anche a costo di perdere gli affetti più cari e di distruggere gli equilibri precari nei quali spesso ci perdiamo come Nadir e Celeste i quali nel tentare di resistere all’attrazione reciproca perdono di vista l’amore che è immortale e supera ogni ostacolo e confine.
Consigliatissimo!
Libro meraviglioso. Letto tutto d’un fiato 👋🏻