Una storia vera. Una lettera d’amore che Maria Grazia Calandrone dedica alla madre adottiva che le ha insegnato il potere della parola.

“Splendi come vita” Maria Grazie Calandrone

“Splendi come vita” è l’insegnamento che la mamma adottiva di Maria Grazia Calandrone dà alla figlia ed è il messaggio che mi piacerebbe trasmettere anche a Lorenzo e Martina, i miei ragazzi, perché sappiano risplendere di luce propria e trovare la loro strada giorno dopo giorno.

Maria Grazia Calandrone viene abbandonata a Villa Borgese nel 1965 e, rimasta orfana, è affidata ai coniugi Calandrone. La sua storia ci viene raccontata attraverso articoli di giornale e le parole di una delle più grandi poetesse della letteratura italiana che, diventata adulta, decide dar voce una parte di sé molto personale e dolorosa.

“Ti accompagno a parole, perché a parole sono nata da te”.

A quattro anni Maria Grazia impara la verità: la sua mamma biologica è un’altra. Questa rivelazione per lei non ha una grande importanza, è piccola e piena di amore nei confronti della donna capace di starle accanto con affetto e devozione. La ferita più grande è quella della madre adottiva che, da quel momento, cambia atteggiamento e diventa fredda e distaccata.

“Sono dunque certa che la Notizia dell’adozione si sia depositata e sciolta in me come neve. Un’astrazione, che non interferiva con la realtà, meno che mai con la realtà perturbante e scintillante del mio amore, infantile e di poi. Madre uscì invece malamente ferita dalla sua stessa rivelazione. Madre aveva confessato per amore, alla figlia, di non avere figli. Agli occhi orgogliosissimi di Madre, fu come confessare una mancanza.”

Tra fraintendimenti, incomprensioni e dolore il rapporto tra le due donne diventa difficile. Con il passare del tempo si assiste ad una frattura sempre maggiore e all’entrata in scena del Disamore.

In realtà, nel momento in cui crescendo raggiunge la giusta maturità Maria Grazia ripensa a quanto è successo e riesce a comprendere le scelte e le difficoltà di chi l’ha cresciuta e le ha insegnato tanto.

“Splendi come vita” è una lettera d’amore alla madre adottiva, è un romanzo autobiografico, poetico e musicale che fa arrossire gli occhi, scendere lacrime e scaldare il cuore. Maria Grazia Calandrone omaggia la professoressa Ione e spera che quest’ultima possa essere fiera di lei.

“Splende, la vita, splende come vita. A volte splende quieta
come il corpo abbandonato al sonno. A volte
sfolgora come il lampo del sorriso.
Ma la terra non splende, la cenere non splende…

Faticavo a raggiungerti, alla fine. Ma eri vita
accessibile, vita dovuta e vita che avrei dovuto
lasciar andare. Addio, Mamma. Addio, professoressa.

Senza difese, torni
vita che splende.
Senza difese, splendi come vita”.

Sono sicura che non possa essere diversamente perché ogni pagina e ogni riga di questo libro edito da Ponte alle Grazie è un inno alla vita in tutta la sua complessità, con le sfumature, gioie e i tormenti. Come ha scritto Andrea Cortellessa nella quarta di copertina: “questo non è un romanzo, è l’esplosione di una stella”.

Buona lettura!

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