
“Sommersione” di Sandro Frizziero edito da Fazi è il primo libro che ho letto per l’iniziativa #illibropiubellodelcampiello, per la quale insieme ad altre bookblogger abbiamo deciso di leggere i cinque finalisti del “Premio Campiello 2020”.
Il romanzo dell’autore clodiense è ambientato su un’isola dove vive un vecchio pescatore che ha passato gran parte della sua esistenza in mare.
“Hai solcato il mare per tutta la vita. Da giovane, ti eri imbarcato su una nave che smaltiva gli scarti di lavorazione delle industrie della Terraferma…. Solo più tardi, quando già cominciavi a soffrire di inspiegabili e allucinatori mal di testa, avevi deciso di impiegarti nella pesca. A bordo dell’Audace, il più grande peschereccio dell’Isola, gettavi le reti…”
Il pescatore è il protagonista ed è colui che ci racconta la sua storia e quella degli abitanti del luogo. L’Isola è un microcosmo dove regnano l’odio, il disprezzo, la maldicenza, l’invidia e l’avidità. Tutti sentimenti negativi che non lasciano spazio né alla “pietas” intesa come sentimento che induce all’amore, alla compassione e al rispetto, né alla misericordia cristiana. Dio è presente solo nelle bestemmie degli abitanti e chi lo prega è fonte di disprezzo. Cinzia, la moglie del pescatore, viene picchiata quando si reca in Chiesa o ascolta le parole di Don Antonio.
Il pescatore è incattivito con tutti, prova amarezza per i parenti, per la figlia, per gli amici del bar e passa il suo tempo a ricordare un passato in cui ha commesso tanti errori e in cui non è stato in grado di riscattarsi.
“Tu odi gli altri, ma il sentimento è reciproco e lo sai. Anche tu sei odiato…. Anzi di te si può proprio dire che non hai mai fatto altro che irritare e infastidire le persone, questa è la verità, mettendo continuamente in discussioni le loro convinzioni e facendo fallire i loro tentativi di riportarti in seno alla società.”
Per lui non c’è possibilità di redenzione perché ha il diavolo in corpo e con quest’ultimo ci deve convivere. L’isola in cui vive è una succursale dell’Inferno “una filiale per gente di mare”.
“Sommersione” è una lettura complessa, ardua e destabilizzante per la sua asprezza e drammaticità. In alcuni momenti mi sono addirittura chiesta se non fosse troppo impegnativo per il mio stato d’animo arrivare alla fine.
Per tutta la lettura, la sensazione di affogare nelle acque dell’isola su cui vive il protagonista del libro, non mi ha mai abbandonata e mi sono sentita come in apnea tra le parole e la malvagità del vecchio pescatore.
In realtà, sono poi rimasta soddisfatta di essere riuscita a superare il mio limite e a concludere un’opera che è un pugno nello stomaco, un viaggio negli inferi, ma anche un’eccellente rappresentazione della bassezza umana.
Sandro Frizziero è riuscito a scuotermi, a suscitarmi sensazioni forti e in questo sta la sua abilità. La sua capacità di capire gli esseri umani è eccellente e questo lo rende un grande scrittore.
Ho cercato fino all’ultima riga uno spiraglio di luce, ma non l’ho trovato e per questo ho scelto di presentare il romanzo con una foto che mi ritrae felice, sorridente, a casa, con un mazzo di fiori perché nonostante quello che ho letto, voglio credere che l’essere umano possa toccare il fondo, ma anche riemergere dall’abisso.