Un romanzo sul coraggio di esplorarsi, un viaggio letterario e una costellazione di randagismi.

"Randagi" di Marco Amerigi
“Randagi” di Marco Amerigi

“Trovava insopportabile l’idea di scomparire. Su un ponte panoramico o tra le braccia di una sconosciuta, in un campo di battaglia o davanti a un motel per commessi viaggiatori, tutti i maschi della sua famiglia, prima o poi, tagliavano la corda; solo lui non riusciva a farsene una ragione. Possibile che nel loro sangue si tramandasse un gene che li obbligava a dileguarsi?”

Pietro Benati, il protagonista di “Randagi” di Marco Amerigi edito da Bollati e Boringhieri, vive in attesa della maledizione che sembra pendere sugli uomini della sua famiglia. A partire dal nonno disperso durante la guerra in Etiopia, fino ad arrivare al padre tornato a casa dopo un mese di latitanza senza un mignolo della mano destra, i Benati non sono molto fortunati e non manca occasione per cui scompaiano senza un motivo preciso.

Pietro ha paura e aspetta il suo momento, ma in realtà non gli succede nulla. La sua vita trascorre in tranquillità tra insicurezze, paure e l’incapacità di fare programmi a lungo termine. Il lettore entra in intimità con lui che assomiglia al vicino di casa o ad un amico con cui potersi confidare. Non giudica e non vuole essere giudicato.

È un randagio, un personaggio, a mio avviso, ben riuscito che riassume in se tutte le caratteristiche di molti quarantenni di oggi. Non teme le sue fragilità e nonostante i suoi fallimenti e le sue cadute continua a credere in una rivalsa personale. Il suo punto di riferimento è il fratello Tommaso, esempio di perfezione, che lo guida e lo consiglia nei momenti difficili e cerca di spronarlo a superare i propri limiti.

“Il talento di T. non abbracciava soltanto lo studio: invadeva qualunque altro settore frequentasse… Crescere accanto a un fratello del genere avrebbe potuto spingere Pietro a covare invidia e rancore, a turarsi in un sarcofago di risentimento. Invece provocò l’effetto contrario. Perché più Pietro tentava di rintanarsi nella propria bolla di arpeggi e scale cromatiche, più T. lo stanava”.

Contrariamente ad ogni previsione è Tommaso, promessa del calcio, genio a scuola e figura fondamentale per l’antieroe Pietro che se ne va all’estero lasciandolo solo alla ricerca della propria strada.

Iniziano così una serie di avventure divertenti e rocambolesche che portano Pietro dalla Toscana a Madrid, dallo studio della musica all’Erasmus nella capitale spagnola e all’incontro con altri randagi come lui: Dora e Laurent.

In questo libro la trama è importante, ma sono i personaggi e le loro caratteristiche a fare la differenza. Dora è una donna straordinaria, originale, bizzarra, sempre in bilico tra il bisogno di essere amata e il desiderio di andare contro le convenzioni sociali. Pietro si domanda più volte come lei con il “suo passato e le sue intransigente idee sul presente” possa condurre una vita normale.

Janvier è il coinquilino gigolò con la passione per le nuotate notturne e un debole per l’alcool. Una carriera sportiva stroncata da un incidente e tanti sogni andati in frantumi. Deluso, amareggiato, ma consapevole di aver ancora molto da imparare su come gestire la propria esistenza con serenità e un po’ di normalità.

Con ” Randagi” Marco Amerighi ci regala un affresco brillante e molto veritiero di una generazione disorientata, insicura. I randagi del titolo presente sulla splendida copertina realizzata da Gatsby_books, sono figure confuse, raminghe che vagano senza una meta precisa. Non si sentono in sintonia con le famiglie, non hanno relazioni amorose e sentimentali stabili e non trovano guide e insegnamenti su come si affronta la quotidianità né nella scuola né nella politica.

I randagi hanno però il coraggio di esplorarsi e di ammettere i propri sbagli. Sentono il bisogno di essere liberi anche quando il buio scende all’orizzonte.

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