"Orfani del tramonto" di Renzo Saffi
“Orfani del tramonto” di Renzo Saffi

“Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l’anima in fiamme.”

Leggendo questa citazione di Charles Bukowski all’inizio del libro, mi sono domandata il motivo per il quale Renzo Saffi l’avesse scelta per il suo nuovo romanzo, poi nel corso della lettura ho capito. Enrico Dogi, il protagonista di “Orfani del tramonto” edito da Alter Ego è un uomo solo, delirante che esce dal carcere dopo cinque anni e cerca il modo per “tornare al mondo”.

Il suo personaggio è complesso dalle tante sfaccettature, un perdente che non si assume mai le sue responsabilità, incolpa gli altri per la sua infelicità, vive di espedienti ed è attratto come una calamita dai guai. In fondo però non è cattivo e di questo se ne accorge anche la Signora Boscolo, la vicina di casa che, nel salutarlo prima che cambi appartamento, gli dice:

“lo so che in fondo lei è una brava persona”.

Enrico cerca un punto zero da cui ripartire lasciandosi il passato alle spalle, ma non è per nulla facile trovare un buon lavoro e garantire stabilità economica alla moglie e al figlio autistico. Sì, perché a lui niente va per il verso giusto e anche quando s’impegna per migliorare, il richiamo della bottiglia e dell’autocommiserazione hanno la meglio. Lui non è solo un ex galeotto, ma anche un padre e un marito con tante mancanze da farsi perdonare.

Solo nei sogni notturni è tutto diverso e lui trova un punto di contatto con il figlio Filippo, quando a cavallo di un unicorno lo accompagna nei luoghi delle favole che non gli ha mai raccontato.

La speranza di fare qualcosa di giusto però scatta nel momento in cui legge di una clinica sperimentale in Australia dove è possibile trovare una cura per l’autismo. Enrico punta tutto affinché questo sogno si possa realizzare. Lo deve a Maia che si è sempre occupata del bambino durante le sue assenze, lo deve a suo figlio e a se stesso per dimostrare che non vuole più essere un orfano del tramonto.

Con questo libro Renzo Saffi ci presenta una storia forte, dolorosa dove però non mancano punti di sottile ironia e un po’ di sarcasmo. I suoi personaggi sono dannati, sfortunati che, per un motivo o l’altro, si trovano nel posto sbagliato nel momento sbagliato. La stessa impresa che compie il protagonista può apparire folle, ma per lui come per i suoi compari la vita è un “brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia”.

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