"Nàccheras" di Ilenia Zedda
“Nàccheras” di Ilenia Zedda

“Alla Cala dei Mori non soffiava mai il vento, lo scirocco e il grecale sembravano dimenticarsi di lei. Solo il maestrale, di tanto in tanto, forzava la barriera della conca e martoriava gli scogli e la cala intera, andando e venendo come una spirale.”

Cala dei Mori è un luogo speciale dove Caterina si reca ogni giorno al calare del sole per fare il bagno e, mentre compie una sorta di “danza in solitudine”, Francesco la osserva estasiato.

Caterina e Francesco sono i due protagonisti di “Nàccheras”, il romanzo d’esordio di Ilenia Zedda edito da DeA Planeta che ho trovato toccante, evocativo e che ho apprezzato per la bellezza delle descrizioni, per la buona caratterizzazione dei personaggi e per l’ambientazione suggestiva. Le tradizioni e le radici della Sardegna accompagnano la storia d’amore e di formazione di due giovani che pagina dopo pagina diventano adulti e si completano a vicenda.

Caterina è legata al mare, sua nonna è Su Maisto, una donna leggendaria che ha il dono di tessere il bisso, una preziosissima seta che si trova sui fondali delle acque cristalline in enormi conchiglie chiamate nàccheras. L’anziana che lavora questo prezioso materiale, possiede tante conoscenze e desidera insegnare alla nipote l’arte sacra e che ha appreso dalle sue antenate.

“Il loro destino era segnato: Caterina sapeva che la nonna era stata prima di lei la nipote di un Maistu. Se si comportava in quel modo era perché la Natura aveva deciso così e lei lo sapeva.”

Francesco è invece legato alla terra, è un ragazzo semplice che appartiene al popolo dei minatori ed è testardo come un mulo. Aiuta la mamma vedova in bottega e non ha ancora capito bene cosa desidera dalla vita.

“Era stato il padre a spiegare a Francesco il senso di appartenere alla sabbia, al calcio, all’azoto, all’argilla. Appartenere significava prendersi cura della terra sotto i piedi come fosse una persona.”

I due ragazzi sono due opposti che si attraggono e che non possono fare a meno l’uno dell’altra. Entrambi vivono a Santa Lucia, un piccolo paese dove le giornate sono scandite dai soliti rituali: la messa, le chiacchiere al bar, gli acquisti nelle botteghe. Entrambi sono orfani e sentono la mancanza del genitore che è scomparso.

Attraverso i loro occhi, i loro gesti e le loro parole, il lettore si sente coinvolto in una storia quasi magica, ipnotica, dal gusto arcaico che mescola sapori e sensazioni. Io mi sono affezionata molto a Caterina e Francesco e, arrivata all’ultima pagina, avrei voluto che la loro storia continuasse.

Ilenia Zedda è stata capace di scrivere un libro che mi ha conquistata: mi ha fatto sorridere, commuovere ed entrare in grande empatia con i suoi personaggi.

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  • Categoria dell'articolo:Romanzi
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Questo articolo ha 4 commenti

  1. Teresita

    Interessante. Lo leggerò di sicuro!

  2. Michela

    Proposta interessante!!! La location è fantastica!!

  3. Carmela

    Visto che ne sei così entusiasta lo compro 😃

    1. Giorgia

      per me non te ne pentirai:-)

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