Settembre è il mese caratterizzato per il ritorno dalle vacanze e per la ripresa del lavoro, della scuola e delle incombenze varie ed eventuali. Dopo il meritato riposo estivo e dopo aver assaporato il piacere del “dolce far niente”, arriva uno dei periodi fra i più frenetici dell’anno. Alcuni studiosi parlano di sindrome da rientro per indicare l’irritabilità, i disturbi del sonno, la spossatezza e l’ansia che accusano molte persone una volta tornate alla loro quotidianità.
Per quanto mi riguarda, una buona terapia al fine di ritrovare sempre la calma e la serenità, è la lettura di libri adatti al mio stato emotivo. Di certo evito thriller al cardiopalma e tendo a scegliere, tra le novità del momento, i titoli e le trame che m’incuriosiscono di più.
Una bella sorpresa, ad esempio, è stata la biografia romanzata di Flaminia Marinaro: “L’ultima diva” edito da Fazi.

Chi è stata l’ultima diva?
Napoletana, borghese e con un talento innato, Francesca Bertini s’impone giovanissima fra le regine del cinema muto.
La scrittrice Flaminia Marinaro narra la sua vita, la sua storia alternando finzione e realtà e delineando il ritratto di una donna carismatica, determinata e molto contemporanea.
“L’ultima diva” è un libro che mi ha affascinato per il suo gusto malinconico e un po’retrò, a partire dalla copertina in bianco e nero, mi sono ritrovata immersa nelle ambientazioni della belle époque tra lustrini, arte e una vita intellettuale molto accesa.
Francesca Bertini ha incantato personaggi famosi, un vasto pubblico e si è distinta grazie alle sue scelte personali alla sua passione per la recitazione. Ha brillato come una stella e pur girando tanti film senza parlare è stata capace di emozionare con i suoi sguardi, i suoi movimenti e la sua espressività.
“Era diventata la Bertini, la diva del cinema, vero e proprio modello di stile per le signore dell’alta società, con i suoi cappelli a falda larga. Non era superbia la sua: la vita la stava trasformando in una creatura fantastica, con ali immense e leggere. L’Italia viveva nuovi giorni, c’era un che di elettrico nell’aria. Si annunciavano imprese d’oltremare, si guardava alla Libia. La belle époque era al culmine del suo splendore e il cancan trionfava nei cabaret. Ma a rispecchiare quei tempi sarebbe stata l’arte ben più giovane e potente, del cinematografo”.
Il cinematografo è lo strumento innovativo che permette all’Italia in fermento di guardare la realtà e il mondo circostante con occhi nuovi.
Francesca Bertini nasce a Napoli come Elena Saracini Vitiello ed è baciata dalla fortuna quando viene scoperta da Edoardo Scarpetta. Il suo trasferimento a Roma, la conoscenza dei grandi maestri e il sostegno dei suoi genitori le permettono di arrivare in alto e di non guardarsi più indietro. E’ consapevole delle sue doti e della potenza delle sue interpretazioni. La sua sicurezza, la buona sorte e i suoi tanti successi l’hanno resa l’icona di un’intera generazione.
Complimenti a Flaminia Marinaro che ha ricordato il fascino del cinematografo e di ciò che ruota attorno alla creazione di pellicole diventate parte del nostro patrimonio artistico.

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