"La misura del tempo"
“La misura del tempo”

“La misura del tempo” di Giancarlo Carofiglio, edito da Einaudi Stile libero, è uno dei romanzi candidati al premio Strega 2020. Spero che arrivi in finale perché Carofiglio è uno scrittore talentuoso e perché nella sua opera ho trovato un personaggio indimenticabile come Guido Guerrieri, un avvocato penalista che, con le sue riflessioni sul tempo, la sua battaglia giudiziaria e il suo senso del dovere, mi ha regalato momenti di grande coinvolgimento.

In questo libro il protagonista principale è il tempo, l’elemento che lega le storie del presente e del passato di Guido Guerrieri. Quest’ultimo era un giovane apprendista quando ha conosciuto e si è invaghito di Lorenza, una ragazza bella, matura, colta e con una buona preparazione letteraria. Una figura complessa che mi è piaciuta molto e che ha un ruolo determinante nella vicenda.

“Prima di dirmi il suo nome e fornirmi qualche informazione in più su di lei, aspetto che fossimo seduti… Si chiamava Lorenza, era laureata in Lettere con una tesi in filosofia classica, faceva supplenza nei licei, dava lezioni private di latino e greco, scriveva racconti per delle riviste letterarie; lavorava come redattrice free – lance per alcuni editori.”

Proprio la donna affascinante che lo ha lasciato senza spiegazioni tanti anni prima, si presenta un giorno nel suo studio per chiedergli aiuto. Suo figlio è in carcere e lei non si dà pace perché lo ritiene innocente. Lorenza però nel presente non è la stessa che l’avvocato ricorda, è cambiata, è diventata una donna opaca, con le dita delle mani ingiallite dalla nicotina e un viso segnato dalla sofferenza di una vita che non ha mantenuto le promesse.

Nonostante le prove siano tutte a sfavore dell’accusato, Guerrieri decide di accettare il caso sia per un malinconico omaggio ai fantasmi e ai privilegi perduti in giovinezza sia perché è compito di un buon penalista indagare al di là di ogni ragionevole dubbio. Lui crede nell’ideale di fare giustizia rispettando le regole.

“Se non fosse colpevole di quell’omicidio, e non riesco a immaginare come sia possibile, sarebbe un tale concorso di circostanze sfortunate da mettere i brividi.”

In un romanzo magistrale tra colpi di scena e suspense Carofiglio riflette sull’esistenza, sul senso di verità e sullo scorrere del tempo e lo fa con l’approccio sia dello scrittore che del magistrato, ovvero con la capacità di entrare in rapporto ed empatia con gli altri.

Per concludere questa recensione, non posso fare a meno di citare alcune righe che per me risultano cariche di significato e rendono perfettamente l’idea del tempo per l’autore:

“Col passare del tempo alcuni luoghi delle città – la pineta è uno di questi – mi ricordano sempre più intensamente sensazioni e fantasticherie del passato remoto. Un’epoca di stupore. Ecco certi luoghi della città mi fanno sentire nostalgia per lo stupore. Essere storditi dalla forza di qualcosa. Mi piacerebbe tanto, se capitasse di nuovo. Forse potrebbe essere proprio lo stupore – se fossimo capaci di impararlo – l’antidoto del tempo che accelera in questo modo insopportabile.”

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Guerrieri a mio avviso è un esempio di bravo avvocato e la sua descrizione per mano di un ex magistrato e giurista è ineccepibile e si sposa perfettamente con quella di Maria Irene Casto, avvocatessa penalista di Modena, secondo la quale le caratteristiche di chi svolge bene il suo lavoro devono essere:

1. Profondo senso di Giustizia.

2. Curiosità ed empatia nei confronti delle persone, dei fatti, delle storie.

3. CORRETTEZZA nei rapporti con le parti coinvolte: clienti, magistrati, colleghi, forze dell’Ordine.

4. Tecnica e conoscenza del diritto sostanziale e processuale.

5. Creatività e “fantasia” per trovare sempre delle soluzioni praticabili.

Tutto deve essere “mixato” insieme: un avvocato preparatissimo sul piano tecnico, ma scorretto o privo di acume non è un bravo avvocato.

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