
A fine agosto la mia amica Roberta mi ha detto che aveva una libreria speciale da farmi scoprire e così, come Thelma e Louise, siamo andate a Cesenatico. Dopo una colazione coi fiocchi a base di pancake e frutta fresca in un localino sulla spiaggia, ci siamo dirette verso la nostra meta: la libreria Pagina 27.
Varcata la soglia di questo “negozio” mi sono trovata in un luogo difficile da spiegare a parole, una sorta di paese delle meraviglie per gli amanti della lettura. Al pianterreno, tanti libri di edizioni particolari, oggetti, divani e un gatto che dormiva comodamente sdraiato su cuscini ricamati. Poi, scendendo le scale sono giunta in un’antica cantina dai soffitti a volta, con tappeti, tavoli e scaffali dove poter scegliere in tranquillità il proprio libro.
La libraia Ronnie, una simpatica e preparatissima francese mi ha suggerito titoli che non conoscevo e mi ha dato indicazioni su case editrici di nicchia molto particolari. Come potrete immaginare non ho resistito a fare acquisti e ho scelto di portare a casa: “La dinastia del dolore” di Margherita Loy edito da Atlantide, esemplare 928 della tiratura numerata di questa prima edizione.
Un romanzo intenso e bellissimo che disegna un destino tutto femminile e che, come un ponte ideale tra epoche e luoghi diversi, lega le generazioni nel segno di madre e figlia
Maria ha partorito da poco una bambina e si sente incapace di accudirla, il marito è fuori casa tutto il giorno, sua madre le fa visita di rado e lei si sente sola, triste, depressa e piena di dubbi e paure su come gestire la neonata. La febbre che non scende e il terrore che le possa capitare qualcosa di brutto la esasperano.
Emma è bella, ingenua e piena di sogni quando decide di accettare la proposta di matrimonio dell’Ingegnere. Si immagina una vita felice e appagante, ma ben presto si rende conto che il compromesso a cui si è piegata ricadrà sulla sua discendenza femminile.
Rita è una giovane scienziata che dopo aver ascoltato la notizia del crollo del ponte di Genova inizia ad avere attacchi di panico e a farsi tante domande:
“cosa di sua madre è passato attraverso di lei e si è ancorato alla sua mappa cerebrale? Esiste davvero una dinastia dei dolori.”
Rita è la figlia di Maria e nipote di Emma e la storia di queste donne è legata da un filo che si è sfilacciato e aggrovigliato nel corso del tempo. Solo trovando le risposte a segreti nascosti e riportando alla luce la verità, la dinastia del dolore che le unisce potrà finalmente sciogliersi.
Attraverso una scrittura precisa, misurata ed elegante Margherita Loy mi ha fatto commuovere ed emozionare. La sua capacità di descrivere le ansie e le preoccupazioni legate alla maternità sono lodevoli. Lo stile narrativo è molto coinvolgente e io mi sono sentita partecipe. Avrei voluto rivolgere una parola di conforto a Maria mentre si trovava sola nel casolare, abbracciare Emma per non farla sentire tanto in colpa per i suoi sbagli e complimentarmi con Rita per il suo coraggio.
“Rita non piange solo perché, come nelle teorie scientifiche, lei ha formulato un’ipotesi azzardata e ora ha le conferme che le sue intuizioni sono giuste. Rita piange perché capisce che oltre la scienza c’è un mondo senza logica. Piange perché ha lei ha intuito l’esistenza di un luogo in cui sopravvivono alla morte angosce, traumi e anche speranze. Esistono intuizioni, lampi che connettono terra e cielo, passato e futuro, e fanno crescere più in fretta.”
L’ultima figura femminile che s’incontra in questo romanzo rimette insieme i pezzi e così facendo rende un po’ di giustizia alla tanta sofferenza di coloro che l’hanno preceduta.