Un romanzo affascinante ed emozionante

"La custode dei peccati" di Megan Campisi
“La custode dei peccati” di Megan Campisi

La giovane May ha rubato un pezzo di pane e questo gesto è stato l’inizio della sua maledizione. Dopo l’arresto non è stata impiccata come gli altri ladri, ma è diventata una Mangiapeccati.

“Per ogni peccato un cibo e per ogni confessione il silenzio, ma la verità non può tacere per sempre”.

Nella nota iniziale l’autrice informa il lettore che la figura del Mangiapeccati è realmente esistita in diverse zone dell’Inghilterra fino a un secolo fa. Generalmente si trattava di persone socialmente emarginate, le quali compivano un rituale popolare d’ispirazione cristiana che consisteva nell’assolvere un defunto dai suoi peccati inghiottendo un boccone di pane in presenza del cadavere.

Terribile la sorte della protagonista di “La custode dei peccati” di Megan Campisi per Editrice Nord. Sola, orfana e condannata a un’esistenza infelice. Con una “S” tatuata sulla lingua e un collare al collo, è riconoscibile da tutti e marchiata per sempre, ma indispensabile.

Chiunque prima o poi ha bisogno dei lei. Il suo è un mestiere inquietante e spaventoso. Per impararlo May inizia l’apprendistato da Ruth, la Mangiapeccati anziana, la quale le insegna tutte le regole da seguire per raccogliere le ultime confessioni dei morenti, preparare i cibi corrispondenti ai peccati commessi e infine mangiare tutto, assumendo su di sé le colpe dei defunti e liberarne così le anime.

Finzione e realtà si mescolano in un romanzo che ci accompagna in un viaggio lontano tra streghe, poveracci, nobili e cortigiani. Passando dal passato al presente la scrittrice racconta la storia di May e le sue vicissitudini in una società ingiusta e feroce. Da una parte ci viene narrata la sua infanzia con i genitori e dall’altra la sua disperazione da adulta.

May tuttavia non si arrende mai, impara a conoscere il significato dei cibi, a non fidarsi di nessuno se non di se stessa e a lottare per ottenere giustizia e libertà.

“La custode dei peccati” è un libro sul riscatto di una donna e sul suo coraggio. May è l’esempio di un’eroina moderna che sfida l’ignoranza del suo tempo e non si lascia piegare dai giochi di potere della corte dove trionfano la falsità e la menzogna. Con una fervida immaginazione Megan Campisi descrive un periodo buio della storia durante il quale bastava una parola sbagliata o un gesto maldestro per essere messo al bando.

Estremamente brillante, a mio avviso, è la parte dedicata ai cibi: per ogni capitolo è stato scelto un ingrediente. Un’idea geniale e al contempo inquietante quella di portare il lettore a domandarsi a quale peccato corrispondano l’uva, l’orzo, il vino speziato, il melograno e il cuore di cervo.

Quest’ultimo diventa l’espediente narrativo per creare un mistero e rendere la lettura ancora più entusiasmante.

“Com’ è possibile che su una bara sia comparso un cibo corrispondente a un peccato non recitato?… Qualcuno ha messo lì quel cuore per far credere a tutti noi che la defunta avesse commesso un omicidio. Ma non è vero…”

Il dubbio s’insinua e l’ingenuità di May lascia posto alla determinazione e al desiderio di conoscere la verità; dopo essersi sempre lasciata influenzare per troppo tempo dai consigli ponderati del padre ora decide di ascoltare quelli più astuti della madre:

“La vergogna e l’afflizione che provavo sono passate, lasciando un’emozione strana, quasi un senso di libertà: non devo più conformarmi all’identità di figlia di mio padre. Cosa ne ho ricavato, del resto? M’ispirerò a mia madre, più adatta a fare da modello a una peccatrice. A una maledizione”.

Tenace, battagliera e senza farsi troppi scrupoli May diventa una sorta di Giovanna d’Arco riuscendo in questo modo a cambiare il suo destino.

Magnetico, ipnotico e appassionante “La custode dei peccati” mi ha coinvolta fino all’ultima pagina. Consigliato a chi ama i racconti avvincenti e sconsigliato a coloro che sono deboli di stomaco.

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