“L’editor” di Massimiliano Governi.
“Eppure ho come la sensazione che l’assassino dei miei racconti sia anche il mio assassino.”

Con questa bella citazione dell’artista svizzero Friedrich Dürrenmatt ha inizio “L’editor”, l’ultimo romanzo di Massimiliano Governi edito da Blu Atlantide Edizioni.

La caccia all’assassino è una vera e propria ossessione per il protagonista di questo giallo dall’intreccio imprevedibile in cui il mondo editoriale e quello della malavita s’intrecciano perfettamente. L’ispettore, senza un nome di battesimo, incallito fumatore di Stop senza filtro e appassionato di scrittura si trova a dover risolvere un caso legato al ritrovamento del cadavere di un noto editor.

“Quando l’ho saputo, stavo mangiando in poltrona… Mi ero preso qualche giorno di permesso dall’ufficio, per stare un po’ con mia moglie ma anche per rivedere il libro, scrutandolo sillaba per sillaba, un lavoro faticosissimo… Sullo schermo a un certo punto è stato inquadrato un sacco a pelo militare da campeggio e poi, poco distante, un corpo disarticolato come quello di un rospo, disteso sullo spiazzo erboso.”

Per un uomo di mezza età, venuto dal Sud e trasferito a Roma probabilmente a causa di un’ipotetica punizione, la risoluzione di questo delitto rappresenta una sfida personale e professionale. Dopo aver ottenuto successi nel periodo in cui più giovane dirigeva una squadra di alto profilo, ora l’ispettore si ritrova in una nuova città con una moglie malata e un lavoro che non gli procura più grandi soddisfazioni.

Anche il libro che da tempo spera venga pubblicato non ha ottenuto grandi consensi quindi l’interesse per la morte di un editor è il presupposto perfetto per interrogarsi sulle cause di questo insuccesso. La vita come la scrittura gli sta sfuggendo di mano.

“Scrivere è come prendere il fuoco con le mani, senti che l’hai preso perché ti scotta e nello stesso tempo senti che ti sfugge.”

L’indagine si rivela appassionante e vede coinvolti personaggi diversi: autori, imprenditori senza scrupoli, una donna “dal viso di foglie”, e uomini sopravvissuti ad un passato doloroso. Anche l’ambientazione è ben riuscita, non a caso l’autore che è nato e vive a Roma ha scelto la capitale come sfondo del suo libro.

Un romanzo consigliato a chi ama le atmosfere cupe e malinconiche e un linguaggio raffinato e ricercato. Il ritmo della narrazione è lento, ma mai noioso e perfettamente in sintonia con il temperamento dell’ispettore che, arrivato ad una certa età e dopo aver sofferto per gli errori del passato, si lascia ossessivamente assorbire da una vicenda che sembra non avere nulla di chiaro.

Senza fretta, ma con cura certosina l’uomo cerca la verità e dipana un intreccio articolato per dimostrare a se stesso di essere ancora un buon “inseguitore in un pantano di indizi.”

Questo articolo ha un commento

  1. Michela

    Lettura interessante!!

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