
Ciao Sabrina e benvenuta a #caffèdautore. Tu come lo prendi il caffè? Alto o basso? Alto!
“Esprimi un desiderio” è un romanzo che parla di una donna quarantenne che non è felice e che si sente smarrita. La sua è un’esistenza in gabbia. Nel creare la storia della protagonista Francesca hai pensato alla condizione di molte donne d’oggi che sono in eterno conflitto tra senso di responsabilità verso la famiglia e voglia di realizzazione personale?
Sì, assolutamente. La situazione di Francesca, che ha sempre creduto di fare le proprie scelte in modo libero ma in realtà ha rinunciato a se stessa, è una via di mezzo tra chi vive realtà ancora peggiori, in cui gli obblighi e i divieti sono posti dall’esterno, e chi invece è magari più “libera” di lei, ma comunque compie passi e fa scelte con i sensi di colpa sempre presenti. Perché quelli, in modo più o meno sottile, ci vengono inculcati sin da bambine, dalla famiglia, dalla scuola, dalla società.
Francesca è insicura, ma in suo aiuto arriva sempre la prozia Esmeralda, che a mio avviso, è un personaggio fantastico. Ti sei inspirata a qualche tua zia o è semplicemente frutto della tua immaginazione?
Pura immaginazione. E il desiderio di poter essere un po’ come lei. Perché bisogna essere davvero forti e determinate per proseguire per la propria strada abbattendo ostacoli e pregiudizi per inseguire i propri sogni e realizzare ciò che si è. In più era necessario un personaggio forte come lei per aiutare Francesca ad aprire la porta della gabbia dorata che si era costruita attorno. Sono convinta dell’importanza di avere una persona vicino che, nel momento in cui vede la piccola crepa che si è aperta nel muro, ti aiuta ad abbatterlo e a uscire fuori.
La Maremma ha un ruolo determinante, le descrizioni della natura e dei luoghi d’infanzia della protagonista sono magnifiche. Hai un rapporto particolare con quel luogo?
Come dico sempre, amo moltissimo l’Italia, perché trovo che abbia una varietà di paesaggi in uno spazio così piccolo unica al mondo. Ho ambientato le mie storie in Salento, in Sicilia, nel Tirolo e in Maremma. I due luoghi che amo di più, e che frequento da almeno trent’anni, sono proprio il Tirolo italiano e la Maremma. In quest’ultima terra trovo che ci sia un’atmosfera molto particolare. Più rilassante, umana, quasi lenitiva. Quando vado giù sento che i miei ritmi, sempre su di giri, rallentano quasi all’improvviso. E il paesaggio è un incanto, con il mare sempre a portata d’occhi.
La vita concede a Francesca una seconda possibilità, credi che sia importante mettersi in gioco per trovare la propria felicità?
Sì, nulla arriva per caso, senza alcuno sforzo. Se ci si offre l’opportunità di poter cambiare la nostra vita come vorremmo, qualcosa di noi, di quello che siamo state fino a quel momento, è per forza di cose da mettere in gioco. E forse è il percorso stesso, quello di abbattere abitudini, superare ostacoli, sconfiggere i nostri timori, che ci rende ancora più prezioso l’obiettivo che stiamo perseguendo.
Per Francesca prima di tutto vengono i figli e lei lo sottolinea più volte. A tuo avviso l’amore per i propri figli è il più importante?
L’amore per i figli è un sentimento viscerale che difficilmente si può comandare. Dal momento in cui li senti crescere dentro di te sai che farai di tutto per il loro bene. E te lo dice una che non pensava nemmeno di volerne. Resto però convinta che rinunciare a se stesse per un figlio non faccia bene a nessuno. Al figlio, perché cresce convinto che sia giusto che ci sia qualcuno che rinunci a se stesso per un altro, e questo è sempre sbagliato. Si può rinunciare a qualcosa, mai a se stessi. E non fa bene alla madre perché, per quanto convinta che sia ciò che la rende più felice, alla fine la porterà, magari in modo inconsapevole, a proiettare sul figlio i propri sogni e desideri.
La mia battaglia quotidiana più grande è quella di insegnare ai miei bambini l’autonomia, il rispetto per il prossimo e l’umanità, e dare loro gli strumenti perché possano affrontare il mondo forti e determinati. Io non ci sarò in eterno, a sostenerli e proteggerli, e comunque la vita è la LORO, non la mia.
Spero di essermi spiegata senza risultare troppo fredda: alla fine i miei figli sono molto “mammoni” e io divento una tigre se li vedo in pericolo.
“Esprimi un desiderio” è un titolo magnifico. Tu hai ancora tanti desideri da realizzare?
Sempre tanti. Sono una sognatrice, curiosa e irrequieta, e non smetto mai di desiderare di vivere qualcosa di nuovo, di raggiungere nuovi traguardi, di imparare sempre. Penso che, finché avrò vita, avrò desideri!
Questo è il tuo settimo libro, credi che ne scriverai altri? Io mi auguro di sì perché con questo mi hai trasmesso tanta positività e mi hai portato in luoghi che spero di visitare quanto prima.
Te lo auguro, perché sono posti davvero meravigliosi. E uno dei miei desideri è proprio quello di continuare a scrivere, perché mi fa stare bene e soprattutto sono molto felice quando, chi legge le mie storie, apprezza i messaggi di positività che cerco di trasmettere.
Ultima domanda, prima di salutarci, mi consigli un libro e una buona caffetteria in Maremma?
Qui mi metti in difficoltà! Non ho mai un solo libro che mi salta in mente a questa domanda. Ma ti dirò quello che sto leggendo adesso, perché lo trovo davvero intrigante e ben costruito. La donna in Bianco di Wilkie Collins, uno scrittore dell’800 amico e collaboratore di Dickens. Un grande. Sai che, per quanto io ami il caffè, non conosco caffetterie da consigliarti? Sono molto più ferrata in aziende vinicole!
Grazie Sabrina mi auguro che ci rivedremo presto per l’intervista dal vivo come sarebbe dovuto succedere a Marzo presso la libreria Ubik di Modena

Bio completa sul suo blog www.sabrinagrementieri.com