Una nuova avventura per Sara Malerba e un nuovo caso da risolvere.

Sara Malerba è tornata!

Dopo avermi colpita in “Operazione Athena” di Luigi Irdi, ho ritrovato questa protagonista più matura e scolpita nel nuovo romanzo: “Il nero sta bene su tutto” edito da Nutrienti. Sara è ancora una gran cinefila con tante fobie: non sopporta le autostrade e ha l’abitudine di appuntare molti dei suoi pensieri su un taccuino rosso. Nel nuovo libro dell’autore romano, ha fatto un salto di qualità e la sua caratterizzazione è ottima.

Seria, determinata e incorruttibile, si batte per la giustizia e non si lascia ammaliare dai giochi di potere che governano il mondo che la circonda. È un pubblico ministero che crede nella legge e non scende a compromessi. Apparentemente una paladina coraggiosa, ma in realtà anche una donna con tante fragilità. Sola, dedita al lavoro e senza una vita privata soddisfacente, Sara arriva a sera spesso un po’ malinconica:

“Mi trovo sempre davanti al solito problema… Appesantirsi la vita è la condanna a cui vanno incontro gli stupidi come me, oggetti, doveri, responsabilità, acquisizioni di varia natura come se quella fosse la fonte della nostra ricchezza, siamo come l’acqua che penetra dovunque trovi uno spazio da invadere. Ognuno di noi è un’alluvione vivente, arraffare, esserci, riempire il vuoto chiamando poi questo vizio mentale benessere e vita… Da un certo momento in avanti l’addizione dovrebbe lasciare il campo alla sottrazione, dovremmo saper buttare via tutto ciò che è ingombrante nei nostri fardelli, stringere, alleggerire, pulire, eliminare le scorie.”

Quanto le gioverebbe essere più spensierata e meno severa con se stessa. Sua mamma le ricorda spesso quanto sia importante cercare la felicità o meglio lottare contro l’infelicità.

In “Il nero sta bene su tutto” Sara Malerba è alle prese con un nuovo caso: il ritrovamento del cadavere di una nota fashion blogger trovata uccisa sul treno pendolare che da Roma porta a Torre Piccola, una località vacanziera vicina alla capitale. Gli indizi sono tanti, ma trovare la soluzione dell’omicidio si rivela più difficile del previsto.

“Non bastano gli indizi per arrivare a una soluzione convincente. L’unico argomento che vale è quello che non si può spiegare”.

Durante le indagini Sara si trova di fronte a un intreccio di storie e di personaggi e a un labirinto temporale. I legami tra la vittima e il suo carnefice sembrano avere diversi riferimenti al passato della donna che trascorreva le vacanze sul litorale laziale insieme a una comitiva di giovani di buona famiglia, viziati, ricchi e fascistelli.

E il nero del titolo? Il nero diventa il filo che tiene insieme i tanti pezzi che sembrano non volersi incastrare allontanando spesso il pubblico ministero dalla verità. Il simbolo del Granchio Nero, dove si ritrovavano i ragazzi durante l’estate, la Viperetta Nera scelta come logo della linea d’abbigliamento della vittima, l’assassino e il colore del suo vestito.

Il nero sta bene su tutto e sfina”

Sara capisce che il momento in cui non bisogna lasciarsi fregare è quando tutto porta in una direzione e basta un niente per accecarsi, per seguire la corrente più comoda, ma sbagliata. In suo aiuto arriva anche il nuovo vicino di casa che con la sua spontaneità e loquacità la indirizza verso la strada giusta.

“Il nero sta bene su tutto” non è un solo un giallo italiano con alcuni aspetti noir, ma anche un romanzo psicologico. Luigi Irdi dimostra tutta la sua abilità narrativa e arricchisce le pagine con riflessioni artistiche, filosofiche, religiose. Passato e presente, ambizioni sportive, delusioni e tanti temi attuali rendono la storia coinvolgente e appassionante.

La trama non ha cedimenti e tiene incollati pagina dopo pagina a un romanzo dove non c’è spazio per l’ovvio.

Questo articolo ha 2 commenti

  1. luigi irdii

    Commosso, ringrazio 🙂

    1. Giorgia

      Grazie a te per questo libro e per Sara sempre più matura e profonda.

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