
“Il libro di Katerina” di Auguste Korteau edito da Nutrimenti è la storia della madre dell’autore. Una donna che conosciamo subito grazie ad una bellissima fotografia in bianco e nero che la ritrae da bambina nella quarta di copertina.
“Meleki mou. Così mi chiamerà mia madre. Angelo mio. Persino il mio papà che, ormai cinquantenne incanutito e con la semiparesi, sembra più mio nonno, forse commosso dal fatto che io abbia sia il nome che l’aspetto della sua mamma valacca, mi dà come soprannome: arnaki, l’agnellino.”
Katerina ben presto si rivela essere tutto fuorché una bambina mansueta e da adulta in alcuni momenti appare come una sorta di diavolo con le sue manie, il suo egoismo e i suoi gesti. In casa è considerata la “pazza” per il suo modo di affrontare la vita. Il suo personaggio è uno di quelli che incontri raramente. La puoi odiare ed amare, ma non puoi restare indifferente alla sua personalità complessa, originale e del tutto imprevedibile.
La sua non è un’esistenza facile, ha due genitori poco affettuosi e presenti, incapaci di tenerezze e comprensione. A loro la protagonista attribuisce la causa del suo disagio psicologico e di quello dei suoi fratelli:
“Quando quattro fratelli sono costretti a quarant’anni a vivere di psicofarmaci, qualcosa di molto brutto deve essere accaduto loro durante l’infanzia… Sto ancora cercando di capire attraverso questo scritto. Di entrare nell’animo dei responsabili, che altri non sono che coloro che ci hanno allevati.”
Sulla stirpe dei Chorianos aleggia uno spettro: la minaccia oscura della malattia mentale. Aghis, Miron, Kiron e Katerina lottano ogni giorno contro i loro mostri e sono destinati a restare soli ed infelici nonostante gli agi in cui vivono. A nulla servono scuole private, case al mare, sport, gite in automobile e insegnanti di lingue se manca l’amore.
Quest’ultimo però è il sentimento attraverso il quale Katerina cerca di salvarsi o meglio di salvare colui che ha generato. Petros, il bambino perfetto, bellissimo e brillante. Un miracolo capace di farle dimenticare la depressione e di riempirle il cuore di gioia immensa.
“Può essere che in futuro io sia stata molte volte all’inferno, un inferno peggiore di quello che minacciano i suicidi. Ma, almeno so com’è il paradiso. È stato quella sera. È stato il momento in cui Petros ha abbandonato il mio seno, ormai sazio, ha aperto gli occhi e mi ha guardata.”
Auguste Korteau ha scritto un libro di grande bellezza, di quelli in cui ti ritrovi a sottolineare tante frasi e a rileggere alcuni passaggi per il timore di perderti qualcosa di importante. L’autore, attraverso le parole di Katerina ci ha permesso di conoscere il suo passato, la sua terra. La sua vicenda personale è diventata lo spunto per mettere in scena una grande commedia umana in cui, come scrive Cioran nella citazione iniziale, “siamo tutti in fondo a un inferno dove ogni attimo è un miracolo.”
Non ho ancora letto il libro lo inserirò tra le prossime letture
Bellissima recensione
mi fa molto piacere !
Deve essere molto interessante. Lo metto nella mia lista