Il colibrì di Sandro Veronesi
Il Colibrì di Sandro Veronesi

A gennaio sono stata alla presentazione del romanzo “Il Colibrì” di Sandro Veronesi edito da La nave di Teseo e sono rimasta un po’ delusa perché non sono entrata in empatia con l’autore e le sue parole non mi hanno entusiasmato più di tanto.

Ora, che ho terminato il suo romanzo, però mi sono dovuta ricredere. I discorsi poco chiari di quel giorno sono diventati fondamentali per capire questa opera complessa e potente. Veronesi ha impiegato cinque anni per scriverla e ci ha messo un impegno e una ricerca che raramente ho trovato nelle letture degli ultimi anni.

“Il Colibrì” narra la storia di Marco Carrera, un uomo comune con i suoi pregi e i suoi difetti e con una vita caratterizzata da amori intensi e totalizzanti, perdite atroci e sospensioni. Soprannominato colibrì dalla madre e dalla donna della sua vita è colui che fa da collante tra i vari indimenticabili personaggi: i suoi genitori, il fratello, la sorella, l’ex moglie, la sua amante e sua figlia…

Per sua mamma Marco è un bimbo speciale e il suo deficit di crescita non è un difetto, ma un segno per contraddistinguersi dalla massa. Il paragone con un uccellino veloce e grazioso ha una connotazione positiva e affettuosa:

“Era tuttavia sempre stato molto bello e proporzionato, cosa che secondo Letizia segnalava un preciso intento della natura nei suo confronti – di staccarlo dal mucchio, differenziarlo, per mettere in chiaro che gli aveva assegnato doni molto rari.”

Il protagonista nel corso della sua esistenza cerca di sopravvivere sempre, di non precipitare anche quando sembra impossibile trovare un modo per andare avanti. Come un colibrì, perché mette la sua energia nello stare fermo, la donna della sua vita lo accusa di non essere in grado di accettare il cambiamento, ma proprio nel suo immobilismo sta la sua forza e la sua resilienza. Marco Carrera è un antieroe che mi ha travolta con il suo modo di affrontare l’esistenza e nella sua capacità di trasformarsi in un uomo nuovo.

La grandezza di questo libro sta nella capacità di descrivere con la potenza di un linguaggio ricercato e mai banale, il nostro mondo, i nostri limiti e le nostre potenzialità. Attraverso l’alternanza di stili narrativi diversi e un utilizzo del tempo non lineare Veronesi scrive un libro magnifico su cui riflettere a lungo.

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Questo articolo ha 5 commenti

  1. Giorgia

    jg,kflj

  2. Grande Veronesi. Avendo letto Caos calmo non avevo dubbi sulla sua scrittura. La storia de Il colibrì è stata per me molto affascinante, anche se non ho apprezzato al 100% il finale, ma da Veronesi accetto tutto;-)

    1. Giorgia

      Io non ho letto Caos Calmo e lo vorrei recuperare quanto prima.
      grazie Viviana

  3. Cristina

    Un grande libro che ho letto tutto d’un fiato.

    Uno stile vario, che alterna – come molti romanzi contemporanei – capitoli con approcci differenti: epistolare, dialogo, narrazione e il mio preferito, uno stream of consciousness senza fine, senza punti, senza tregua, incalzante nel trascinarti empaticamente ancora più che razionalmente nell’ondata di emozioni e pensieri che si incrociano, esplodono, fanno dei giri immensi e poi ritornano….

    Ho adorato Marco Carrera, la cui grandezza normale sta nella capacità di persistenza – come il colibrì: “Settanta battiti d’ali al secondo per rimanere dove già sei”. Persistenza nelle proprie idee, nei propri valori, nella resilienza ostinata nonostante i lutti, nella sua visione del sé e della famiglia, nell’amore platonico quarantennale per Luisa e poi nella determinazione di porvi fine; infine, nella visione catartica dell’Uomo Nuovo e del proprio ruolo nella sua epifania.

    1. Giorgia

      Hai espresso perfettamente il mio stesso pensiero riguardo a Marco Carrera che diventa un compagno di lettura unico e indimenticabile. Per me ha meritato di vincere ” Il Premio Strega” perchè
      Veronesi ha superato con questo personaggio e con uno stile narrativo mai scontato ogni mia aspettativa.

      Grazie per il prezioso commento

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