Un romanzo potente e graffiante, un racconto severo e tenero fino allo struggimento.

“Se mio padre avesse rivolto il suo fucile da caccia contro di noi sarebbe stato meglio. Papà non sapeva che uccidendoci avrebbe arginato l’infelicità dell’infelicità: quella della mamma, dei miei fratelli e di tutti coloro che sarebbero discesi dal nostro ceppo infestato”.
Con questo incipit struggente ha inizio il romanzo “Epigenetica” di Cristina Battocletti edito da La nave di Teseo, un racconto-diario nel quale la protagonista narra la sua vicenda personale.
Maria, abbandonata da bambina, ripete da adulta gli stessi errori che hanno commesso i suoi genitori. Non vede suo figlio Emanuele da quando questo aveva sei anni e successivamente non lo ha più cercato proprio come suo papà aveva fatto con lei e i suoi fratelli.
Nonostante il successo e la sua affermazione come scrittrice famosa, Maria non trova pace e si allontana dalla sua famiglia inseguendo le sue ossessioni. La sofferenza per la perdita del padre e della madre è forte e destabilizzante a tal punto da farla sprofondare nelle tenebre, in una sorta di disgusto verso la vita. Dimentica Emanuele come se non l’avesse mai partorito e si trascina verso un abisso di sofferenza e dolore.
“Mi chiedo chi siano stati gli ultimi nella linea ascendente a farsi una risata, perché a me è arrivata soprattutto sofferenza, oltre ai capelli scomposti e agli occhi neri di pece”.
Cristina Battocletti parte da un titolo che fa riferimento a un termine scientifico per spiegare come le esperienze di ciascuno di noi influenzino i geni. Il trauma vissuto da Maria ha delle conseguenze devastanti e sembra condizionare anche l’esistenza di Emanuele lasciando su di lui un’impronta impossibile da cancellare.
“Stiamo cercando di capire il male di suo figlio attraverso quello che è successo a lei. Studiamo la trasmissibilità alle generazioni successive del patrimonio di sofferenze che chiunque di noi ha subìto”.
Con queste parole il dottor Vendramini dell’associazione “Io sono Caino” si rivolge a Maria per convincerla del fatto che esiste la possibilità di rintracciare il figlio scomparso. Emanuele è diventato un senza tetto, un clochard. Non ha una casa né un lavoro e Maria non riesce a mettersi in contatto con lui.
Il ritrovamento di Emanuele diventa fondamentale per Maria per far pace con il suo passato e trovare una via di salvezza e redenzione. E qui entra in gioco l’epigenetica e il suo significato.
L’epigenetica spiega lo specialista: “è una disciplina che studia le interazioni tra fattori genetici e sviluppo embriologico. I processi epigenetici non avvengono solo durante la gestazione, ma anche nel corso della vita adulta, e su di essi hanno influenza il caso, l’ambiente e, crediamo, la volontà del singolo”.
Attraverso il suo studio si possono comprendere i comportamenti di Emanuele e i motivi delle sue decisioni.
“Epigenetica” è una storia di perdita e di rinascita, di buio, di luce e d’amore. Cristina Battocletti con una scrittura diretta e curata ci trascina nella vita di una donna capace di riscoprire sé stessa attraverso un viaggio interiore profondo, doloroso e al contempo illuminante. Al suo fianco il lettore tocca il fondo per poi risalire in superfice e respirare intensamente senza smarrirsi in allucinazioni e miraggi.