“Bottigliette” di Sophie van Llewyn

“Bottigliette” di Sophie van Llewyn tradotto da Elvira Grassi ed edito da Keller è un romanzo originale e brillante di quelli che leggi fino a tarda notte per arrivare all’ultima pagina e scoprire il finale.

I due protagonisti Alina e Liviu sono due giovani sposi, entrambi insegnanti. Vivono in Romania al tempo della dittatura di Ceaușescu, ma sognano una vita senza divieti e imposizioni. Il comunismo infatti non permette loro di condurre un’esistenza serena e spensierata come vorrebbero.

“C’è qualcosa nel modo in cui vortichiamo uno attorno all’altra la sera tardi, sussurrandoci a vicenda delle cose all’orecchio, raccogliendo ciò che rimane del nostro banchetto. C’è qualcosa nel modo in cui sorridiamo e ci stringiamo le mani, alziamo il volume della TV e della radio, lasciamo scorrere l’acqua, disorientando gli uomini che si sono insinuati nelle nostre vite, per poter parlare e fare programmi sul nostro luminoso avvenire.”

Le parole di Alina sono forti e coinvolgenti perché rivelano le difficoltà giornaliere incontrate da lei e dal marito e, al contempo, il desiderio di entrambi di fare progetti per un futuro migliore. Il giorno in cui il fratello di Liviu fugge all’Ovest e Alina si rifiuta di denunciare una sua allieva in possesso di una rivista proibita, per loro iniziano i veri problemi. Le forze governative cominciano a controllarli e a minacciarli.

La paura, l’insoddisfazione e gli interrogatori portano Alina e Liviu alla decisone sofferta di scappare lontano.

“Nelle nostre fantasie, pronunciate sottovoce quando riteniamo che nessuno possa sentirci, il viso di Liviu ha nuove proporzioni, grazie al potere del sole italiano. C’è un luccicore gioioso all’angolo dei suoi occhi corrugati dai sorrisi sbilenchi che mi fanno ripensare al ragazzo che ho conosciuto a Costanta.”

Alina però non può contare sulla madre che è diventata la comunista più convinta che sia mai esistita, ma su zia Theresa, sposata con un importante esponente del partito e depositaria di antichi e magici rituali popolari. Ed è proprio la magia a salvare la coppia e permettendole di fuggire nonostante il prezzo da pagare sia altissimo.

“Bottigliette” è un libro drammatico per le tematiche trattate e per le descrizioni di un paese oppresso, ma al contempo è una storia poetica e fantastica capace di unire orrore e bellezza, tradizioni e realtà storica. Alina è un esempio di donna forte, coraggiosa, disposta a mettersi in gioco e a sfidare le regole per trovare la sua strada e per toccare con mano la felicità tanto agognata.

La sua determinazione e la sua evoluzione mi sono sembrati un’ottimo esempio da prendere come riferimento. La incontriamo bambina che sta facendo i compiti sulla storia del socialismo, seguiamo la sua crescita, i suoi momenti d’incertezza e quelli di ribellione per arrivare a salutarla da donna matura, sicura di se e senza più bisogno neppure delle sue radici.

Un romanzo consigliato a chi non è molto ferrato sulla storia della Romania degli anni Settanta e che crede ancora nella possibilità di realizzare i propri sogni.

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Questo articolo ha 5 commenti

  1. Michela

    Bellissimo libro!

  2. Michela

    Dalla tua recensione deve essere un libro un po’ forte ma molto coinvolgente

  3. Michela

    Dalla tua recensione deve essere un libro un po’ forte ma molto coinvolgente

  4. Dino Paioli

    Grazie per il consiglio sarà la mia prossima lettura

  5. Teresita

    Me lo segno, come prossima lettura 📖

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