
L’apprendista di Goya di Sara di Furia edito La Corte Editore è un giallo avvincente, ricco di suspense in cui arte, mistero e corruzione si mescolano alla perfezione sullo sfondo di una splendida Madrid di fine ‘700.
Manuèl Alvèra, il protagonista e la voce narrante di questa storia, viene assunto come apprendista dal famosissimo Goya mentre la città spagnola è in subbuglio in seguito al ritrovamento di diversi cadaveri di noti artisti. Lavorando a stretto contatto col celebre pittore, il ragazzo si accorge di come la sua genialità sia strettamente legata alla pazzia:
“Goya non apparteneva del tutto a questo mondo. Anche se ero al suo servizio da solo un giorno, avevo intravisto i segni della sua pazzia che sembrava sorprenderlo in modo indiscriminato”.
Secondo la citazione di John Dryden che si trova nella prima pagina: “Alla follia è affine il genio; solo una sottile parete li divide”.
Mi ha sempre affascinata questa tematica e in questo romanzo Sara Di Furia è molto abile nell’utilizzarla per creare una vicenda cruenta e coinvolgente. Il giovane apprendista è spaventato e al contempo affascinato dal fervore artistico in cui si trova a lavorare. Da una parte vuole imparare i segreti del suo mentore e dall’altra si rende conto di quanto l’Inquisizione sia una minaccia per la libertà di espressione.
“È negli abissi in cui sprofondiamo che troviamo ispirazione per la nostra arte”.
Manuel è disposto a tutto per pur di scoprire il segreto che gli permetterebbe di raggiungere sfumature di colore mai viste prima, ma a che prezzo? Bugie, pazzie, compromessi e falsità lo porteranno a mettere in discussione tutta la sua vita e ad avere il sospetto che il suo stesso maestro sia coinvolto negli omicidi.
Un bel libro e una scrittura snella e scorrevole che mi hanno reso partecipe del mistero e sorpresa più volte per i cambi di scena e le ottime trovate dell’autrice per condurmi ad un finale inaspettato.